Attraversando il velo mi specchio nella Luna dei ricordi
E' difficile descrivere la grande quantità di emozioni vissute durante
la celebrazione di Samonios ,così intensa e ricca di significato.
Spesso questo periodo dell'anno è sentito come triste e colmo di rimpianto
per chi non è più accanto a noi fisicamente;può essere,invece,l'occasione
per accogliere con gioia i nostri cari,onorare gli avi e tutti coloro che ci
preceduto sul sentiero di esistenza terrena.
Possiamo avvertire la dolcezza di un radicamento ancora più forte con noi
stessi,l'orgoglio di essere parte di una lunga storia di vita,pregna di
saggezza,amore,passione;non è,quindi,un ricordare tristemente persone
che abbiamo perso anzi,rafforziamo ancora di più i legami con le nostre
origini.
Il velo non si scosta per avvicinarci alla morte ma per farci comprendere
quanta vita invece scorre in noi e quanto di noi scorrerà in chi proseguirà
i nostri passi,in un'infinita onda.
Andrea Osella
Samonios è il tempo del Ricordo, l'occasione per sbirciare le radici del nostro Spirito, e comprendere. Comprendere il valore della strada che abbiamo percorso, il cammino del giovane seme che germogliando porta i suoi rami verso il cielo ad intrecciarsi con le fronde di altri Alberi e formare con essi un Bosco. Quel piccolo seme non dimenticherà mai la Terra che lo ha accolto, l'Acqua che lo ha fatto germinare, il Cielo verso il quale ha proteso il suo primo timido germoglio... e il Fuoco che ardendo nel suo cuore l'ha portato a crescere ed incontrarsi con gli altri Alberi della Foresta.
Elena Ronchi
La terra ci chiama a riposare assieme ad essa, ci invita ad accoccolarci nel suo grembo caldo che promette un momentaneo oblio.
Il vento porta con sé voci lontane dimenticate da tempo, visi di persone care al di là del Velo si materializzano di nuovo nelle menti e nei cuori. Ciò che è accaduto in passato ora appartiene a noi. Le lacrime del cielo di novembre non sono vane.
Voci si innalzano a intonare il canto dell'Awen, che riverbera in sintonia coi filamenti dell'universo stesso, attraversando ogni strato della realtà.
Guardo i miei compagni di viaggio al mio fianco: è come se ci prendessimo per mano. Il primo fuoco dell'anno nuovo ci dà la forza di scrutare nel baratro di oscurità che ci attende, un salto nel vuoto che terminerà in una nuova luce, sfavillante e ancora più gradita.
Ed è in quel momento che capisci: non è mai la fine. È un nuovo inizio, sempre.
E’ nella notte in cui il velo si fa sottile che le emozioni si addensano e prorompenti come un fiume in piena hanno travolto il mio essere..
Sentire ed avvertire ai cancelli che ci separano le energie delle persone che non sono piu di questo mondo hanno letteralmente violentato la mia anima. Erano li, non li vedevo, ma li sentivo, sentivo la loro energia aumentare luminosa mentre venivano chiamati dai propri cari, vivevo come mie le loro emozioni e avvertivo l’energia di chi avrei voluto incontrare ma con la quale sono riuscita solo a parlare a distanza con la promessa di cercarla al prossimo viaggio al di la del ponte…
Questa energia di luce avvolta dalle tenebre mi ha accompagnato nella celebrazione rendendola profonda e sentita nell’anima… come quando nel nero oscuro del cielo di intravede una stella polare luminosa che fa da guida nella notte. Tutti questi sentimenti si sono materializzati in lacrime che scivolavano incessanti sulle gote sbiancate dal passaggio ai confini con il mondo degli spiriti…
Celine
Si potrebbe scrivere un libro, sulle emozioni e sul mistero che possono essere percepiti in un solo istante.
La celebrazione di Samonios è stata per me un insieme di questi istanti unici, legati da un filo d’argento che ha cominciato a svolgersi mentre i nostri piedi ci conducevano nel bosco, calpestando foglie cadute, fango, sassi e terra morbida di vita.
Vedere ogni volta sempre più persone presenti e leggere nei loro occhi il semplice piacere di poter assistere ad un evento spirituale così magico è per me un privilegio.
Anno dopo anno, i sussurri del bosco si fanno sempre più intensi. Gli Spiriti del luogo ci aprono le porte e ci affiancano mentre accediamo, una volta di più, allo svelarsi di questo portale.
Non siamo più quelli che eravamo.
Non siamo più sperimentatori alla ricerca di un luogo che ci custodisca.
Oggi siamo noi, i Custodi. E come Custodi vegliamo e veglieremo sui Sacri luoghi.
Sara